Per stare in missione!

“PREDICATE IL VANGELO, SE NECESSARIO ANCHE CON LA PAROLA”

P. Diego Spadotto 

La Giornata Missionaria Mondiale 2017 ha come tema: “LA MESSE È MOLTA…” (Mt 9,37). La frase evangelica mette in risalto che la maggior parte della popolazione mondiale non conosce il Vangelo e la parte che lo conosce vive un tempo di declino e il monito di San Benedetto “nulla anteporre all’amore di Cristo” non è vissuto in pienezza. Parafrasando le parole di lamento di Gesù nei riguardi di Gerusalemme, confessiamo che: non abbiamo riconosciuto il tempo in cui eravamo visitati (cfr Lc 19,44), o non abbiamo accolto l’ammonizione di Paolo: “Fate molta attenzione al vostro modo di vivere, comportandovi non da stolti ma da saggi, facendo buon uso del tempo (Ef 5, 15-17). Gesù, dopo aver fatto osservare che “la messe è molta”, continua dicendo che “gli operai sono pochi”, e spesso camminano come i due discepoli di Emmaus ai quali Gesù chiede: che discorsi sono questi…? Papa Francesco, però, è convinto che: “Ciò che succede sulla strada di Emmaus è una terapia della speranza” (Francesco). 

 

“Predicate il vangelo, se necessario, anche con la parola” disse san Francesco ai suoi frati, inviandoli in missione. É l’esempio che conta. Per il sacramento del Battesimo, ogni cristiano è inviato in missione nella realtà dove vive e testimonia il Vangelo con l’esempio “e se necessario anche con la parola”. Credere, in un tempo di indifferenza religiosa, significa compiere una scelta libera, priva di un contesto sociale che la sorregga, di un ambiente che la condivida e di una comunità civile che la rappresenti. Paolo VI già aveva anticipato nella chiusura del Vaticano II: “Avremo nella Chiesa un tempo di maggiore libertà, cioè di minori obbligazioni legali e di minori inibizioni interiori. Sarà ridotta la disciplina formale, abolita ogni arbitraria intolleranza, ogni assolutismo; sarà semplificata la legge positiva, temperato l’esercizio dell’autorità, sarà promosso il senso di quella libertà cristiana, che tanto interessò la prima generazione cristiana, quando essa si seppe esonerata dall’osservanza della legge mosaica e delle sue complicate prescrizioni rituali (cfr Gal 5,1). Noi dobbiamo educarci all’uso schietto e magnanimo della libertà del cristiano, sottratto alla servitù del peccato (cfr Gv 8,34), e interiormente animato dal gioioso impulso dello Spirito Santo, giacché, come dice San Paolo, “coloro che sono guidati dallo spirito di Dio, questi sono figli di Dio” (Rm 8,14). Non è il vangelo che cambia, siamo noi che cambiamo e lo comprendiamo meglio; non le istituzioni tengono viva la fede, ma Gesù e le persone disposte a credere nella fede della Chiesa.